L’insieme di tecniche definite “fototerapia” è stato offerto da alcuni pazienti che nel corso della psicoterapia o dell’analisi hanno sentito il desiderio di far vedere al terapeuta o analista le situazioni o le persone di cui parlavano.

 

In seduta queste persone hanno portato diverse foto personali e dei familiari che ritenevano significative per la propria vita. Questo ha fatto di che si attivassero dei processi autoconoscitivi e autocurativi ben più intensi, incisivi e profondi di quelli innescati dalla sola narrazione verbale.

Il terapeuta o l’analista nel suo lavorare con il paziente può indurre o favorire questi processi autoconoscitivi e autocurativi.

Il ruolo delle fotografie in psicoterapia o analisi agisce a livello sinestesico.

Le immagini agevolano la percezione del reale, la sua comprensione ed elaborazione fino ad archiviare nei ricordi.

Molte persone senza distinzione, di classe sociale e livello culture, ama le foto di se e dei propri cari, le custodisce anche gelosamente, le guarda e le riguarda, le riordina, le mostra agli amici, si rivolge a loro nei momenti di crisi, di tristezza o di gioia per cercarvi conforto, riposte…

 

Barbara Camilli

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