La situazione fotografica può essere letta in chiave psicologica perché ogni singolo scatto trattiene gli elementi salienti di una “rappresentazione” di un evento relazionale o emotivo dove si distinguono le stesse fasi di un dramma classico. Le fasi sono tre: prologo, parte centrale, epilogo.
 

 

Prologo
Comprende la preparazione della scena, la scelta dell’ambiente, la preparazione dei presenti e il loro senso di attesa. Ogni persona ha reazioni diverse in attesa dello scatto fotografico:

-     c’è chi si rifiuta sistematicamente di farsi fotografare: questa sarà la persona che mancherà sempre dagli album delle fotografie

-     c’è chi ama farsi fotografare in ogni luogo abbandonandosi all’obiettivo:questa persona comparirà spesso nelle foto e negli album di famiglia

-     c’è chi decide di farsi fotografare a patto di avere il controllo della situazione: è la persona che si mette in posa e dice a chi fotografa come fare e dove mettersi

-     c’è infine chi subisce la macchina fotografica senza dire ne sì ne no!

 
Parte centrale
Questa è il fulcro del “dramma” e consiste nell’azione che emerge dallo scatto della fotografia. Un fatto è condizionante: il rapporto dei soggetti con il fotografo condiziona molto la “riuscita” in chiave estetica oltre che psicologica della foto.

Il clou del “dramma” è la stampa fotografica. Qui si può osservare il vissuto della persona nel momento dello scatto: ci sono persone, ad esempio, che tollerano male l’intervallo tra il clic e la fotografia realizzata e per questo cercano di accorciare i tempi. Spesso le si vede goffe, impacciate o fintamente distratte.

 
Epilogo
Questo consiste nell’esame finale della foto. Qui emergono sentimenti nascosti molto significativi, per questo la gente ama riguardare le foto. Toccando la carta stampa e guardando l’immagine si va a ricercare con tutti i sensi (vista, tatto, olfatto e udito) l’eco emotivo del momento dello scatto.

C’è chi ricorda gli odori, chi la risata della persona a fianco, chi l’emozione o la tensione della giornata, chi ha ben presente davanti a se come è andata la scena.

Le persone quando visionano il risultato della stampa fotografica per la prima volta reagiscono in maniera diversa: c’è chi resta deluso, chi si entusiasma, chi è soddisfatto, chi non si riconosce, chi si arrabbia e strappa la foto…….

Fa parte dell’epilogo anche come vengono conservate le fotografie ed ha un forte significato emotivo: c’è chi le custodisce amorosamente, chi le dimentica in fondo a qualche cassetto, chi le ha sparpagliate in giro per casa, chi le cataloga, chi conserva tutto, chi le seleziona scartando quelle venute male e considerate “brutte”, chi ne ha pochissime e chi ne ha tante.

Le fotografie dunque, sono “specchi della memoria”, nel senso che dalla loro visione tutti noi possiamo ritrovare intatti ogni tipo di ricordo, da quello banale a quelli speciali.

Molti dei nostri ricordi spesso sono strutturati intono alle foto che siamo soliti guardare o che ci vengono mostrate dai nostri genitori, come a sottolineare che quella foto trasmette molto dei ricordi che si vogliono conservare nella memoria.

 

Barbara Camilli

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