Il cavolo è un ortaggio dall'aspetto imperiale se ben ci pensate. Provate a vedere la foto in alto, cosa vedete?
Foglie a parte, andate oltre.
Provate a cogliere in un flash l'immagine che vi arriva.
Allora!!??

Caspita, chi ha saputo osservare al di là della sola immagine avrà visto un cuore bianco circondato da un ventaglio meraviglioso di foglie merlettate che come un centrino di preziosa manifattura avvolge questo cuore polposo e ricco di preziose virtù. Sembra il dipinto del colletto di una imperatrice dell'Epoca Vittoriana.

E' una delle verdure più "benefiche" ad alto contenuto di principi che rinforznoa le difese immunitarie.
Le foglie ed in particolare quelle esterne è bene mangiarle in insalata, affinché non perdano le loro prerogative. Esse contengono una buona quantità di vitamine A- B1- B2- C- K- ed U (una delle ultime vitamine arrivate, con la funzione di combattere l'ulcera gastrica, l'ulcera duodenale e le ulcere intestinali), zolfo, ferro, calcio, fosforo, potassio, e magnesio. Il cavolo svolge anche una funzione depurativa dell'organismo, poiché partecipa all'eliminazione dei residui e delle tossine.
Per uso esterno è vulnerario (cicatrizzante delle ferite). Per quanto riguarda invece l'uso interno il cavolo ha proprietà nutritive: è antianemico, rivitalizzante ed autoimmunizzante. E' molto utile contro bronchiti, coliti, congiuntivite, contusioni, sinusite, diabete, diarree e dissenterie, dolori gastrici ed intestinali, dolori muscolari e reumatici e influenza.
La ricchezza del cavolo in zolfo, arsenico, calcio, fosforo, rame, iodio può spiegare le sue virtù digestive, rimineralizzanti e ricostituente e riequilibratore cerebrale (1 kg di cavolo da un apporto di 2,5 gr di fosforo), questo proprio grazie al suo contenuto di vitamina B1.
Sciacqui con il succo di cavolo curano l'afonia.
Il succo di cavolo è molto utile per combattere la stitichezza: a tal fine si fa bollire il cavolo in poca acqua per non più di 2/3 minuti (per evitare la perdita di numerose proprietà) e si filtra il succo, da bersi la mattina e la sera.
In cosmesi, si utilizza il suo succo come ingrediente di prodotti vitalizzanti per la pelle.
Per Messèguè, è il medico dei poveri: scrive, in «HA RAGIONE LA NATURA», che in caso di ustioni e di punture di insetti, una foglia ben schiacciata, applicata con fasciatura, allevia il dolore e favorisce la cicatrizzazione. Si applica anche su tutte le lesioni esterne, screpolature, piaghe, paterecci, ascessi, foruncoli, etc., poiché il cavolo ha la proprietà di risucchiare verso l'esterno gli umori infetti e suppuranti della carne.


CONSIGLI IN CUCINA

Siccome la cottura distrugge la vitamina U, è opportuno consumare il cavolo sotto forma di succo fresco, poiché sembra che la sua azione sia minore quando viene preparato molto tempo prima del consumo.
Si può anche preparare il cavolo a strisce sottili, come antipasto crudo. Occorre rilevare inoltre che, contrariamente a tenaci pregiudizi, il cavolo si rivela estremamente prezioso per lo stomaco e l'intestino, sia che venga utilizzato come succo o crudo come antipasto o ancora cotto a stufato. E' tollerato da tutti gli organismi.

Se si frulla e si insapora il succo con un po' di limone quello che si ottiene vale di più del cavolo in compresse in vendita sul mercato.



Le varietà
 
Vi sono numerose varietà di cavoli, che presentano poche differenze fra loro per quanto riguarda l'aspetto nutrizionale:

- Cavolfiore: è ricco di sali minerali, vitamina B e aminoacidi. Ha fiori bianchi molto gustosi, che sono la parte commestibile; le foglie non si mangiano. Fra i più diffusi ricordiao il Gigante di Napoli, il Pisano tardivo, il Tardivo di Fano.

- Cavolo broccolo: simile al cavolfiore, presenta infiorescenze verdi o verdi violette. Contiene una buona quantità di proteine, vitamine e sali minerali.

- Cavolino di Bruxelles: è originario del Belgio, di piccole dimensioni e colore verde chiaro. Ricco di sali minerali, carboidrati e proteine. Fra le varietà più diffuse vi sono la Frigostar, la Lunet, la Sigmund.

- Cavolo cappuccio verde o rosso: è di origine molto antica ed è diffuso soprattutto nell'Italia meridionale. Presenta foglie verde pallido o rosso scuro, unite assieme a formare una palla. Tra le varietà nostrane ricordiamo il Cuore di bue, il Precoce di Napoli, la Testa di negro.

- Cavolo verza: questo cavolo viene coltivato soprattutto nell'Italia centrosettentrionale ed è di origine molto antica. Ha foglie rugose verde scuro all'esterno e verde chiaro all'interno (viene anche detto cavolo di Milano).


In generale questi straordinari vegetali svolgono un’azione complessivamente riequilibrante anche in caso di amenorrea, dismenorrea e dolori mestruali in generale, nonché in caso di ferite suppuranti, nelle piaghe, e in genere in tutte le problematiche della pelle. Buoni i risultati anche in caso di distorsioni, reumatismi, ascessi.


Zona di produzione

Circa l'80% della produzione mondiale di cavolo proviene da Asia ed Europa, e soprattutto in Germania è utilizzato, sia fresco che dalle industrie di trasformazione, per la produzione di crauti. In Italia le regioni dove la produzione di cavoli è più sviluppata sono: Campania, Sicilia, Lazio, Abruzzo e Puglia.

 




Storia

Conosciuto fin dall'antichità il cavolo (Brassica oleracea - fam. crucifere) era considerato sacro dai Greci. Lo scrittore greco Luciano, scriveva che i greci ritenevano che il cavolo fosse nato dal sudore di Zeus, per cui era sacro. Il medico greco Crisippo (IV sec. a.C.) scrisse un intero libro su questo ortaggio. Ippocrate (460-377 a.C.) lo usava contro coliche e dissenterie; Catone il censore era uno specialista, ne distingueva 4 tipi e li usava contro qualsiasi malattia. Ma del cavolo si interessarono e scrìssero Teofrasto, Discoride, Plauto, Cicerone e Plinio. Anche il poeta Giuseppe Giusti racconta di averne sperimentate le virtù su una piaga che gli si era formata dopo una caduta. Risalendo ai Romani, questi lo utilizzavano per curare le più svariate malattie e lo mangiavano crudo, prima dei banchetti, per aiutare l'organismo ad assorbire meglio l'alcool mentre con le foglie pestate medicavano ulcerazioni e ferite. Non solo, a Roma si attribuiva al cavolo il potere di scacciare la malinconia e la tristezza. Catone il Vecchio, vissuto nel III e II secolo a.C., lo considerava una panacea. Plinio il Vecchio, nel I secolo dell'era cristiana, lo definiva la pianta miracolosa che aveva permesso ai Romani di fare a meno dei medici per sei secoli. La diffusione del cavolo sulle mense non venne meno con il passare del tempo, anche se per un certo periodo fu considerato il cibo per i giorni di magro. Nel '500 veniva usato come lassativo: il suo succo unito al miele era ritenuto ideale per la cura della raucedine e della tosse. Presso le popolazioni marinare, il cavolo (assieme alla cipolla) era l'alimento tipico degli equipaggi delle navi, utilizzato per compensare le diete necessariamente povere durante i viaggi per mare. Nel 1630 il brodo di cavolo era raccomandato in tutte le affezioni polmonari.

 




Tradizione e cultura

Il cavolo è nel mondo contadino il simbolo della nascita, non solo per la credenza che i bimbi nascano sotto tale ortaggio, ma anche per altre analogie ancora più profonde: intanto le verze vivono per tutto l’inverno, da novembre fino a primavera inoltrata, offrendo nutrimento abbondante in tutti i paesi del nord Europa (nel mondo contadino di allora, ricordiamolo, ci si nutriva dei prodotti della terra locali in sinergia con le stagioni, per cui a volte il cavolo era l’unico ortaggio che resisteva ai geli). Il suo nome latino, caulis, significa sia fusto, sia pianta, sia pene.
Il modo di piantare il cavolo è in stretta analogia con l’atto sessuale, poiché col pollice le donne facevano un buco nella terra dove veniva inserito il piantino. La raccolta comprende una serie di gesti noti alle levatrici: la testa del cavolo viene presa tra le due mani, fatta ruotare dolcemente e tirata; infine con la roncola si recide il fittone così come il cordone ombelicale.
Infine il cavolo, nella tradizione erboristica popolare, presenta una varietà infinita di impieghi terapeutici, tra i quali quello di aumentare il latte della puerpera e di espellere il feto morto.
Il cavolo del Mungìn non fa altro che ricordare la fertilità della luna piena femminile, ed è corretto che sia un uomo a venderlo, rubarlo o comunque a fare da veicolo affinché la gestazione abbia luogo.
Chi è il Mungin?
Nel Casalese emerge l’esistenza di un personaggio, il Mungìn, la cui figura si delineava nelle notti limpide sul volto della luna vecchia.
Il Mungìn è un contadino con un cappellaccio sul capo, recante in mano un cesto contenente cavoli appena colti o rubati. Oppure si vedeva un cavallo con un carro, e si diceva che c’era «il Mungìn cal ‘ndava a venrdri i coi ant la lün’na» (Il Mungìn che andava a vendere i cavoli sulla luna). Il «Mungìn cun la cavagna dal versi» (Il Mungìn col cesto delle verze), ovvero il «Mungìn d’la lün’na» che vende i cavoli o li ruba, visto in paesi






POESIA
del cavolo cappuccio e del broccolo di Natale


Se ti piazzi
in piazza
spiazzi
ed impazzi.
Il rimpiazzo
non  stramazza.
Colombina strapazza
la sua vecchia ramazza.
Matamoro strombazza
la lucente corazza.
Per questo non si incazza
la colorata pupazza.
Questi versi scopiazza
la furba ragazza
ed al fin inguazza
a guazza
in terrazza.

Come hai detto?
Tutto in azza
ed allora cambio in acca.
Il lattante fa la cacca
nel giardino c'è la bacca.
Lei è una pricipessa non una vacca
gli regalo d'or una brocca.
Non mi fermo
che sollazzo!
Dalla rima in azzo
son finito a quella in acca.


Per cantar 'sta filastracca
un po' scema e un po' bislacca.
Allor mi sbuccio un'albicacca
e cerco aiuto alla violacciacca.
Perchè un pinguino in fusciacca
mi randella con un baston di malacca
per colpa di 'sta poesia un po' baldracca.



Medicina popolare

Nell’ambito della medicina popolare il cavolo veniva consigliato centrifugato in associazione con il succo di carota e di finocchio per curare non solo molte affezioni dell’apparato respiratorio e dell’apparato circolatorio, ma anche patologie epatiche rilevanti.
Secondo una tradizionale ricetta popolare, il cataplasma di cavolo verza associato a senape (notoriamente revulsiva e pertanto ideale per stimolare il richiamo di sangue in loco) e ad aceto di vino avrebbe spiccate proprietà curative nelle mialgie e sciatalgie.
I dolori muscolari dovuti a sciatica, nevralgie e reumatismi sono alleviati o eliminati dai cataplasmi di cavolo tritato e posto in una garza sulla parte dolorante. La nonna di Mességué, che soffriva di artrosi, metteva una foglia di cavolo all'interno della ginocchiera di lana e allo stesso modo potrebbero fare tutti quelli che soffrono di questo tipo di dolori e portano ginocchiere, bracciali, ventriere, etc., elastiche tipo Gibeau.
Mességué prescrive foglie di cavolo calde in compresse su tutti gli organi doloranti: fegato in crisi, dolori intestinali, mestruazioni dolorose, emicranie, mal di gola per raffreddori e asma. Per il mal di gola utilizza il succo di cavolo, ottenuto col frullatore, efficace sia per gargarismo che bevuto lentamente con un po' di miele. La gola si cicatrizza e la voce ritorna in caso di afonia. È anche indicato nelle cirrosi epatiche, dissenterie, malattie croniche intestinali, anemia, arti trismo e gotta.

 

Barbara Camilli

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